sabato 26 maggio 2007

Il bianco e il nero

Mi abituo alla doccia fredda tutti i giorni e all'acqua calda nelle bottiglie. Ma ci sono certe cose, alcune cose, che tentano costantemente di farmi perdere la pazienza.

E il leone che c'è in me ruggisce silenzioso. Ma ostinato.

Sono cose da bianchi e cose da neri. Ed è chiaro, sono solo sensazioni, che continuo a rivalutare.

Mi colpisce la nostra incapacità di prendersi il tempo di creare relazioni, di salutare con qualcosa di più che un semplice cenno, di aspettare le loro risposte senza suggerirgli cosa dire. E di guardare agli altri, agli africani, con l'atteggiamento oscillante tra la dolcezza un po' mielosa della mamma con il suo bambino, e il fastidio e la sufficienza un po' superiore di fronte alle incapacità altrui.

E del resto spesso non sopporto neppure gli abissali e spesso inspiegati tempi africani, le attese lunghissime e spesso vane e quella sorta di pigrizia che immobilizza. E come hanno imparato a guardarci semplicemente come una gallina dalle uova d'oro e ad affinare l'arte della richiesta nelle sue più varie forme. E mi turba perchè credo che tolga loro una dignità dell'uomo che, invece, mi è stata tramandata con forza. Oppure a trattarci come se davvero noi 'munu' fossimo superiori, a lasciarci passare le file senza aprir bocca, a dire sempre sì, a qualunque richiesta di bianco.

Il tutto è senza alcuna malignità, senza alcuna volontà di offendere. Sono i vestiti, gli usi e i costumi e la cultura profonda che ci portiamo dietro anche quando attentamente proviamo a svestircene.

E' spesso davvero molto difficile, spogliarsi di tutto ciò che è culturale, per rimanere persone nude le une di fronte alle altre. E guardarsi come tali, con il rispetto profondo che si dovrebbe ad un altro essere umano.

10 commenti:

liztamy ha detto...

ramo..sono così contenta di leggerti..benedetto il giorno in cui eticon ha visto la luce..le tue parole anche da lontano riempono e fanno riflettere..quante cose al tuo ritorno..quante cose ramo mi dicono i tuoi occhi. sei sempre tu. un pò di meno, un pò di più.ti abbraccio

Marco ha detto...

E' come uno strano gioco delle parti dove ognuno interpreta il suo ruolo che da sempre gli è stato imposto, da altri o da se stesso.
Pensaci bene, senza andare lontano come in Africa, succede quotidianamente anche nella tua piccola realtà locale...e nella mia.
Ti abbraccio forte...ed uno anche al tuo bell'ometto.
Ciao ragazzi...è sempre un piacere potervi leggere.

*Marco*

Sabrina ha detto...

Ciao amore.. non abbatterti e vivi tutto nella sua più regolare semplicità.. pensa a : Le volete le castagne? Madonna!! Ma Madonna sì o Madonna no? Madonna!" E sorridi con me..

Anonimo ha detto...

una volta qualcuno mi ha detto che non è possibile che due persone si guardino negli occhi se una è su un cavallo e l'altra per terra....fai capire a tutti che sei scesa dal cavallo e loro ti guarderanno non più come la gallina dalle uova d'oro ma come una di loro(o quasi.....)
un abbraccio dai tuoi compagni pacifisti!!

Anonimo ha detto...

ha ragione il cuginone,scrivi TROPPO CHIC!!! leggerò tutto per bene domani o dopo...chiccosona!!! ...bè,ovviamente avrai capito chi sono,eheh!solo io so essere così..."chiema"! un bacione,vi pensiamo spesso!!! ire!

Anonimo ha detto...

Un'esperienza...solo un esperienza e bada bene che il solo non vuol porsi come riduttivo. anzi. Sono sicuro che sarà una splendida esperienza e che te ne uscirai ancor più forte. Non è poi questa un'ulteriore sfida che la vita ci pone? E' pur vero che l'hai voluta te, ed è proprio per questo che ti voglio bene. Perchè se sempre la solita testarda "piemuntes"!
Per ora penso sia tutto, anche perchè, mi fa strano, molto strano scriverti e mi piacerebbe poterti vedere magari come ai vecchi tempi dell'università..di fronte a un drink o al belevedere! belle stagioni si..
Un forte abbraccio.

Ram ha detto...

Vero Marco, non è necessario andare in Africa per capire che i rapporti umani si costuiscono spesso di ruoli o maschere. Ma questo non è un gioco delle parti. Dentro ai rapporti 'in bianco e nero' c'è la Storia. Quella fatta da noi bianchi. Spesso in modo colpevole. Ed è scioccante vedere quanto è viva. E se la prossima storia siamo noi è necessario, per giustizia e verità, per la possibiltà di fare qualcosa di profondamente migliore, continuare a guardare a ciò che siamo stati gli uni per gli altri.

Giacomo ha detto...

ramo, che brutto brutto momento sto passando....e per di piú sono in crisi economica (stavolta seria tipo che chiedo un prestito in banca) e non ti posso chiamare...non sono un caso umanitario da trattare?? se per farti venire qua devo fare l'operazione inversa di Michael Jakson dimmelo che lo faccio eh!?!?!?!
ti penso sempre...pi

Anonimo ha detto...

la differenza c'è, c'è stata e ci sarà. due continenti diversi con due posizioni sociali diverse. entro ora in questo circuito riflessivo, ram, perchè ora capisco (o almeno credo di capire) cosa c'è li e cosa vi ha spinto fin li. la differenza c'è e non credo sia possibile annullarla, ma pensa bene a una cosa: pensa ai sorrisi spontanei che ti arrivano, a qualche bambino che ti ha preso particolarmente in simpatia. pensa a qualche vecchio che ti racconta qualche sua storia, perchè vuole farlo e magari ti guarda dritta negli occhi perchè sa che se sei li.. se sei andata fin li.. bhè, sa che capirai le sue parole.
io la vedo così, quello che fai non lo vedi nel cambiamento che porti ai due mondi, ma nei ricordi che lasci.. lasciagli un buon ricordo.. il tuo già lo è..
non fermatevi

MrG

Anonimo ha detto...

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